Flora Collinare Montana
Caratteristico di questa zona è la boscaglia mista formato dal querceto caducifoglio e da quello sempreverde. Tra le querce le più diffuse sono la roverella, il rovere, la farnia e il cerro. L'interesse apistico di queste querce riguarda la produzione di polline e periodicamente di melate; fra le specie arboree presenti nei querceti caducifogli, le più diffuse sono il carpino (Carpinus spp.), la carpinella (Ostrya carpinifolia Scop.), l' olmo (Ulmus campestris spp.) e il nocciolo (Corylus avellana L.). Tutte queste piante forniscono quantità modeste di polline, mentre al contrario gli aceri (Acer spp.) sono una buone fonte di sostegno in primavera; ad esempio onriello (Fraxinus ornus L.) che dà una buona produzione di polline.
Per quanto riguarda la raccolta di nettare molto visitato dalle api è l'albero di Giuda (Cercis siliquastrum L.), cresce spontaneo nelle regioni centromeridionali ma viene anche coltivato come pianta ornamentale; i fiori sono di colore rosso violacei e crescono direttamente a partire dal fusto dal fusto.
Altre piante di grande interesse apistico per la produzione di mieli uniflorali molto pregiati sono il tiglio (Tilia spp.), e l’acacia (Robinia pseudoacacia L.); il Tiglio diffuso lungo i viali e nei giardini, ma è possibile trovarlo anche spontaneo nei boschi di latifoglie, fino ai 1200 m di altitudine, mentre l’Acacia, è una specie spontaneizzata in tutte le regioni le Regioni, grande alla sua grande adattabilità a diverse condizioni pedoclimatiche, che può diventare anche infestante, si trova in una fascia altimetrica che va dal livello del mare fino ai 1000 m, o ai 1500 di s.l.m. al sud.
Le specie che compongono lo strato arbustivo sono discrete nettarifere come Crataegus monogyna Jack., lPyracantha coccigea M. J. Roemer, Cornus sanguinea L., Cornus mas L., Staphylea pinnata L., e alcune specie del genere Prunus.
Sulle sponde di fiumi e torrenti crescono alcune specie di Salix L., visitate per il loro nettare, polline e a volte melata; meno importanti per la raccolta di nettare sono le piante dell’ontano (Alnus glutinosa L.) e del pioppo (Populus spp.), quest’ultima però ha un importante ruolo in quanto la resina che ricopre le gemme, viene bottinata dalle api per la propoli.
A quote comprese tra i 500 e i 1000 metri cresce il Castagno europeo (Castanea sativa Miller.)presente in tutta la penisola e le isole; presente in grandi foreste sulla gran parte delle Alpi e dall' Appennino, viene coltivato per i frutti e per la produzione di legname. Dal punto di vista dell'interesse apistico è una pianta di grande importanza e da essa se ne ricavano grandi quantità di miele uniflorale.
Oltre la zona dove sono presenti le querce e i castagni inizia la zona del faggio (Fagus selvatica L.) del tasso (Taxus baccata L.), tiglio (Tilia spp.), acero (Acer spp.), carpinella (Ostrya carpinifolia Scop.), ciliegio selvatico (Prunus avium L.), agrifoglio (Ilex aquifolium L.) mentre nelle zone montane troviamo l'abete bianco (Abies alba Miller) e l'abete rosso (Picea excelsa Lam.), quest’ultimo presente soprattutto sulle Alpi.
Per quanto riguarda la raccolta di nettare molto visitato dalle api è l'albero di Giuda (Cercis siliquastrum L.), cresce spontaneo nelle regioni centromeridionali ma viene anche coltivato come pianta ornamentale; i fiori sono di colore rosso violacei e crescono direttamente a partire dal fusto dal fusto.
Altre piante di grande interesse apistico per la produzione di mieli uniflorali molto pregiati sono il tiglio (Tilia spp.), e l’acacia (Robinia pseudoacacia L.); il Tiglio diffuso lungo i viali e nei giardini, ma è possibile trovarlo anche spontaneo nei boschi di latifoglie, fino ai 1200 m di altitudine, mentre l’Acacia, è una specie spontaneizzata in tutte le regioni le Regioni, grande alla sua grande adattabilità a diverse condizioni pedoclimatiche, che può diventare anche infestante, si trova in una fascia altimetrica che va dal livello del mare fino ai 1000 m, o ai 1500 di s.l.m. al sud.
Le specie che compongono lo strato arbustivo sono discrete nettarifere come Crataegus monogyna Jack., lPyracantha coccigea M. J. Roemer, Cornus sanguinea L., Cornus mas L., Staphylea pinnata L., e alcune specie del genere Prunus.
Sulle sponde di fiumi e torrenti crescono alcune specie di Salix L., visitate per il loro nettare, polline e a volte melata; meno importanti per la raccolta di nettare sono le piante dell’ontano (Alnus glutinosa L.) e del pioppo (Populus spp.), quest’ultima però ha un importante ruolo in quanto la resina che ricopre le gemme, viene bottinata dalle api per la propoli.
A quote comprese tra i 500 e i 1000 metri cresce il Castagno europeo (Castanea sativa Miller.)presente in tutta la penisola e le isole; presente in grandi foreste sulla gran parte delle Alpi e dall' Appennino, viene coltivato per i frutti e per la produzione di legname. Dal punto di vista dell'interesse apistico è una pianta di grande importanza e da essa se ne ricavano grandi quantità di miele uniflorale.
Oltre la zona dove sono presenti le querce e i castagni inizia la zona del faggio (Fagus selvatica L.) del tasso (Taxus baccata L.), tiglio (Tilia spp.), acero (Acer spp.), carpinella (Ostrya carpinifolia Scop.), ciliegio selvatico (Prunus avium L.), agrifoglio (Ilex aquifolium L.) mentre nelle zone montane troviamo l'abete bianco (Abies alba Miller) e l'abete rosso (Picea excelsa Lam.), quest’ultimo presente soprattutto sulle Alpi.
Il larice (Larix decidua Mill.) è una pianta presente esclusivamente sulle Alpi e si aggrega in alcune zone a formare i “lariceti”; dal Larice di produce una melata particolare, chiamata “manna di Larice” che ha come caratteristica quella di cristallizzare nei favi, causando all’apicoltore molti problemi di estrazione.
Dove il Faggio e l’Abete non sono presenti per questioni climatiche, cresce il Pino (Pinus spp.), pianta capace di crescere in posti proibitivi per molte altre specie, ma che da un punto di vista apistico ha poca importanza.
Il tipico paesaggio collinare e montano presenta grandi distese di prato o pascolo, che nel periodo estivo si colorano di una grande varietà di fiori dai quali le api ne ricavano mieli dalle fragranze diverse; vi sono più generi appartenenti alle famiglie delle Compositae come Carduus L., Cirsium Miller, Centaurea L., Petasites Miller, Taraxacum Weber, da cui si ricava un miele uniflorale molto caratteristico, Solidago L., Eupatorium L., alla famiglia delle Leguminose, come ad esempio Onobrychis spp, di cui la più importante da un punto di vistaapistico è Onobrychis viciifolia Scop. (Lupinella), Lotus L., Trifolium L., ossia i Trifogli spontanei cherappresentano una buona dose di nettare e di polline per le api, e il Melilotus Miller, a fioritura primaverile o estiva),a quella delle Rosaceae (Rubus L., tra i più noti arbusti infestanti di boscaglie e bottinati dalle api siaper il polline che per il nettare, Filipendula Miller,Potentilla L., ecc.), Labiatae (Thymus L., Stachys L., Lamium L., Mentha L., Satureja L.), Scrophulariaceae (Verbascum L., Linaria Miller, Rhinanthus L., Odontites Ludwig), Liliaceae (Muscari Miller, Allium L., Colchicum L., Scilla L.), ecc.
Sulle Alpi molto importanti sono le Ericaceae, con la fioritura di erica (Erica L.), dei mirtilli (Vaccinium spp.), e in modo particolare il rododendro(Rhododendron spp.) dal quale si ricava del miele di buona qualità.
Dove il Faggio e l’Abete non sono presenti per questioni climatiche, cresce il Pino (Pinus spp.), pianta capace di crescere in posti proibitivi per molte altre specie, ma che da un punto di vista apistico ha poca importanza.
Il tipico paesaggio collinare e montano presenta grandi distese di prato o pascolo, che nel periodo estivo si colorano di una grande varietà di fiori dai quali le api ne ricavano mieli dalle fragranze diverse; vi sono più generi appartenenti alle famiglie delle Compositae come Carduus L., Cirsium Miller, Centaurea L., Petasites Miller, Taraxacum Weber, da cui si ricava un miele uniflorale molto caratteristico, Solidago L., Eupatorium L., alla famiglia delle Leguminose, come ad esempio Onobrychis spp, di cui la più importante da un punto di vistaapistico è Onobrychis viciifolia Scop. (Lupinella), Lotus L., Trifolium L., ossia i Trifogli spontanei cherappresentano una buona dose di nettare e di polline per le api, e il Melilotus Miller, a fioritura primaverile o estiva),a quella delle Rosaceae (Rubus L., tra i più noti arbusti infestanti di boscaglie e bottinati dalle api siaper il polline che per il nettare, Filipendula Miller,Potentilla L., ecc.), Labiatae (Thymus L., Stachys L., Lamium L., Mentha L., Satureja L.), Scrophulariaceae (Verbascum L., Linaria Miller, Rhinanthus L., Odontites Ludwig), Liliaceae (Muscari Miller, Allium L., Colchicum L., Scilla L.), ecc.
Sulle Alpi molto importanti sono le Ericaceae, con la fioritura di erica (Erica L.), dei mirtilli (Vaccinium spp.), e in modo particolare il rododendro(Rhododendron spp.) dal quale si ricava del miele di buona qualità.