Flora Coltivata
La flora coltivata è caratterizzata da una forte concentrazione di un solo tipo di pianta su un’ampia superficie, fornendo alle api un’ingente quantità di nettare.
I rischi legati a questo tipo di produzione sono quelli derivati all'uso di sostanze antiparassitarie, che nel caso siano effettuati sulle piante in fiore, provoca ingenti morie di api, inoltre dove si pratica il diserbo, si limita la possibilità di fioriture scalari e quando finisce una fioritura alle api manca un’altra risorsa nettarifera.
Questa metodologia di coltivazione si è molto diffusa negli ultimi anni influenzando in larga misura la produzione di miele, sopratutto in Italia centrale, dove gli apicoltori hanno difficoltà a smaltire la produzione.
Le piante più apprezzate dalle api appartengono alla famiglia delle Leguminosae perché sono buone produttrici di nettare e di polline. La raccolta di nettare è però vincolata dal fatto che questo genere di coltura è sottoposta a frequenti sfalci, per cui è possibile ottenere produzione di miele di Leguminosae solo nel caso in cui le piante vengano lasciate fiorire per la produzione del seme.
Ci sono diversi tipi di leguminose: da foraggio, da erbario (annuali), da prato alterno (poliennali) o da pascolo (poliennali o annuali autoinseminanti).
Il tipo annuale è molto coltivato nell'Italia centro meridionale e insulare; le specie più diffuse sono il trifoglio incarnato e il trifoglio alessandrino, molto bottinati per polline e nettare e da esse si ottiene un miele uniflorale di colore chiaro e dal gusto aromatico.
Il fieno greco (Trigonella foenum-grecum L.) è un tipo di pianta coltivata per foraggio e spontanea negli incolti, si sviluppa rapidamente ed è molto resistente, i mieli derivati dal suo nettare hanno un caratteristico odore di liquirizia; la veccia (Vicia spp.) è molto appetita dalle api, ma raramente dà origine a mieli uniflorali.
Tra le specie poliennali la più coltivata è l'erba medica (Medicago sativa L.) coltivata in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Toscana e Campania. Non molto gradita dalle api a causa del sistema di dispersione del polline che avviene mediante lo scatto del tubo staminale verso l'alto colpendo l'ape e intrappolandola contro il petalo superiore, questa pianta è visitata nel caso in cui non vi sono fioriture alternative. Il trifoglio violetto (Trifolium pratese L.) è coltivato in Piemonte e in Italia centrale, mentre nelle zone più irrigue del nord d'Italia si coltiva il trifoglio ladino (Trifolium repens v. giganteum), la lupinella o crocetta (Onobrychis viciaefolia Scop.) è coltivata in Italia centrale, perché costituisce una preziosa risorsa per i terreni calcarei e siccitosi, mentre sulle Alpi si coltiva la specie montana (Onobrychis montana DC.) il cui polline è molto apprezzato dalle api per il suo alto contenuto proteico.
Leguminosa tipica delle regioni centro-meridionali e insulari è la Sulla (Hedysarum coronarium L.) molto resistente alla siccità, si riproduce spontaneamente. La sua presenza nei mieli viene considerata uno degli indizi di provenienza italiana di un miele. Il miele di Sulla si presenta di colore bianco, e finemente cristallizzato.
Questa metodologia di coltivazione si è molto diffusa negli ultimi anni influenzando in larga misura la produzione di miele, sopratutto in Italia centrale, dove gli apicoltori hanno difficoltà a smaltire la produzione.
Le piante più apprezzate dalle api appartengono alla famiglia delle Leguminosae perché sono buone produttrici di nettare e di polline. La raccolta di nettare è però vincolata dal fatto che questo genere di coltura è sottoposta a frequenti sfalci, per cui è possibile ottenere produzione di miele di Leguminosae solo nel caso in cui le piante vengano lasciate fiorire per la produzione del seme.
Ci sono diversi tipi di leguminose: da foraggio, da erbario (annuali), da prato alterno (poliennali) o da pascolo (poliennali o annuali autoinseminanti).
Il tipo annuale è molto coltivato nell'Italia centro meridionale e insulare; le specie più diffuse sono il trifoglio incarnato e il trifoglio alessandrino, molto bottinati per polline e nettare e da esse si ottiene un miele uniflorale di colore chiaro e dal gusto aromatico.
Il fieno greco (Trigonella foenum-grecum L.) è un tipo di pianta coltivata per foraggio e spontanea negli incolti, si sviluppa rapidamente ed è molto resistente, i mieli derivati dal suo nettare hanno un caratteristico odore di liquirizia; la veccia (Vicia spp.) è molto appetita dalle api, ma raramente dà origine a mieli uniflorali.
Tra le specie poliennali la più coltivata è l'erba medica (Medicago sativa L.) coltivata in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Toscana e Campania. Non molto gradita dalle api a causa del sistema di dispersione del polline che avviene mediante lo scatto del tubo staminale verso l'alto colpendo l'ape e intrappolandola contro il petalo superiore, questa pianta è visitata nel caso in cui non vi sono fioriture alternative. Il trifoglio violetto (Trifolium pratese L.) è coltivato in Piemonte e in Italia centrale, mentre nelle zone più irrigue del nord d'Italia si coltiva il trifoglio ladino (Trifolium repens v. giganteum), la lupinella o crocetta (Onobrychis viciaefolia Scop.) è coltivata in Italia centrale, perché costituisce una preziosa risorsa per i terreni calcarei e siccitosi, mentre sulle Alpi si coltiva la specie montana (Onobrychis montana DC.) il cui polline è molto apprezzato dalle api per il suo alto contenuto proteico.
Leguminosa tipica delle regioni centro-meridionali e insulari è la Sulla (Hedysarum coronarium L.) molto resistente alla siccità, si riproduce spontaneamente. La sua presenza nei mieli viene considerata uno degli indizi di provenienza italiana di un miele. Il miele di Sulla si presenta di colore bianco, e finemente cristallizzato.
La coltivazione di alberi da frutta, come pero, melo, pesco, ciliegio, susino, mandorlo, albicocco,etc. è
molto diffusa in Emilia-Romagna e Campania, che da sole coprono buona parte della produzione nazionale.
Nel Trentino abbiamo la coltivazione dei meli, molto importante e in Puglia dei ciliegi; la coltivazione dei mandorli è circoscritta alla Sicilia e, secondariamente, alla Puglia. Tutte queste piante da frutta sono visitate dalle api sia per il polline che per il nettare, ma la produzione di mieli uniflorali di melo, mandorlo, ciliegio è solo occasionale.
Tra le specie coltivate un’ altra ottima fonte di nettare è rappresentata dagli agrumi che sono coltivati in Italia meridionale, soprattutto in Calabria e Sicilia, dove si produce un miele uniflorale, di colore bianco molto apprezzato per il suo profumo intenso, che ricorda quello dei fiori.
molto diffusa in Emilia-Romagna e Campania, che da sole coprono buona parte della produzione nazionale.
Nel Trentino abbiamo la coltivazione dei meli, molto importante e in Puglia dei ciliegi; la coltivazione dei mandorli è circoscritta alla Sicilia e, secondariamente, alla Puglia. Tutte queste piante da frutta sono visitate dalle api sia per il polline che per il nettare, ma la produzione di mieli uniflorali di melo, mandorlo, ciliegio è solo occasionale.
Tra le specie coltivate un’ altra ottima fonte di nettare è rappresentata dagli agrumi che sono coltivati in Italia meridionale, soprattutto in Calabria e Sicilia, dove si produce un miele uniflorale, di colore bianco molto apprezzato per il suo profumo intenso, che ricorda quello dei fiori.
Anche le colture orticole sono una buona fonte mellifera, dal momento che come tutte le fruttifere e le foraggiere da seme, hanno bisogno dell’opera impollinatrice delle api.
Le Cucurbitacee, come: cocomero, melone, zucchino, zucca, cetriolo, le Liliaceae, tipo: aglio, asparago, cipolla, porro, scalogno; le Umbelliferae:carota, finocchio, prezzemolo, sedano, le
Leguminosae:ceci, piselli, lenticchie, fagioli, fave.
Le Cruciferae quali rapa, rafano, cavoli, ravanello,
le Compositae:radicchio, cicoria, che sono coltivate in estensioni più o meno vaste in tutta Italia e che offrono alle api buone quantità di nettare e/o polline.
Le piante officinali, aromatiche e da essenza, sono importanti per le api, a questo genere appartengono le Labiatae, come la lavanda, la salvia, il rosmarino, la menta, il timo, la santoreggia, la melissa, l’origano, il basilico,etc. che consentono la produzione di mieli molto pregiati. La varietà di specie sono talmente numerose che la produzione di mieli uniflorali sono estremamente varie, molte sono presenti su tutto il territorio altre sono circoscritte a determinate aree geografiche.
Le Cucurbitacee, come: cocomero, melone, zucchino, zucca, cetriolo, le Liliaceae, tipo: aglio, asparago, cipolla, porro, scalogno; le Umbelliferae:carota, finocchio, prezzemolo, sedano, le
Leguminosae:ceci, piselli, lenticchie, fagioli, fave.
Le Cruciferae quali rapa, rafano, cavoli, ravanello,
le Compositae:radicchio, cicoria, che sono coltivate in estensioni più o meno vaste in tutta Italia e che offrono alle api buone quantità di nettare e/o polline.
Le piante officinali, aromatiche e da essenza, sono importanti per le api, a questo genere appartengono le Labiatae, come la lavanda, la salvia, il rosmarino, la menta, il timo, la santoreggia, la melissa, l’origano, il basilico,etc. che consentono la produzione di mieli molto pregiati. La varietà di specie sono talmente numerose che la produzione di mieli uniflorali sono estremamente varie, molte sono presenti su tutto il territorio altre sono circoscritte a determinate aree geografiche.