Il Capo

Il Capo

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È una capsula globosa che racchiude e protegge organi importanti per la vita delle api: cerebro, gnatocerebro ( parti fondamentali del sistemi nervosi), ghiandole mandibolari e ipofaringee, ecc. .

Antenne

Sono inserite sulla parte anteriore delle api. Sono 2 appendici mobili, ripiegati a L. L’ ape muove continuamente le antenne, ad esempio durante lo scambio di cibo. Questi movimenti servono per consentire ai muscoli recettori di senso di captare i segnali clinici. Per questo l’ape periodicamente pulisce le antenne affinché corpi estranei non impediscano la percezione di segnali.

Organi della vista

Gli organi della vista delle api sono gli occhi composti e di occelli. Gli occhi composti sono ai lati del capo e sono formati da migliaia di elementi visivi ( ommatidi): 3-4000 nella regina, 4-5000 nelle operaie, 7-8000 nei fuchi. Il numero diverso degli ommatidi dà un estensione degli occelli variabile. Gli occelli sono 3, sistemati a formare un triangolo e sono coperti da peli e setole. La loro funzione non è stata ancora chiarita.
 

Appendici boccali

Costituiscono l’apparato boccale che consente alle api di succhiare liquidi, di convogliare la saliva, di afferrare e modellare la cera. È composto da: labbro superiore, mandibole, mascella e labbro inferiore. Il labbro superiore è una copertura dell’apparato boccale.
Le mandibole sono ai lati della cavità boccale. Hanno la funzione di afferrare sostanze solide come una pinza, ma non di lacerare superfici integre, come la buccia della frutta. Infatti l’apparato boccale delle api è detto lambente succhiante.
Le mascelle sono 2 e hanno la funzione di formare con le altre appendici il canale per la suzione di liquidi. Il labbro inferiore è formato da varie parti che concorrono alla formazione dei canali di suzione. La ligula è la parte più lunga dell’apparato boccale ed è percorsa da un solco dove scorre la saliva. Termina con un’apertura a cucchiaio detta labello.
 

Funzioni dell’Apparato boccale

Le mandibole sono utilizzate per raccogliere resina, per afferrare larve, pupe e api morte. Quando non vengono utilizzate sono ripiegate sotto il corpo. Quando l’ape deve raccogliere il nettare stende le appendici, formando una proboscide, per aspirare il liquido. Quando invece deve raccogliere sostanze solide, secerna la saliva per sciogliere le sostanze, quindi le aspira. Durante la trofallassi l’ape allunga la proboscide, la avvicina all’ape e consegna la sostanza.